La grandiosa composizione si incentra intorno alla figura dominante del Cristo, colto nell'attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del Giudizio Universale. Il suo gesto, imperioso e pacato, sembra al tempo stesso richiamare l'attenzione e placare l'agitazione circostante: esso dà l'avvio ad un ampio e lento movimento rotatorio in cui sono coinvolte tutte le figure.
L'artista immagina la scena senza nessuna partizione architettonica, ancora una volta concentra la propria attenzione sul corpo umano, sulla sua perfezione celeste e sulla sua deformazione tragica. La figura prevalente è la morbida figura ellittica-piriforme, come la mandorla di luce in cui è inscritto il Cristo. Il tema si presta bene alla tormentata religiosità di quegli anni, caratterizzati da contrasti, sia teologici che armati, e l'autore, il quale non nasconde il senso di una profonda angoscia nei confronti dell’ultima sentenza, con la sua soluzione si pone in modo personalissimo nei confronti del dibattito, sposando le teorie di un circolo ristretto di intellettuali che auspicava una riconciliazione...
Guarda l'opera!L'artista immagina la scena senza nessuna partizione architettonica, ancora una volta concentra la propria attenzione sul corpo umano, sulla sua perfezione celeste e sulla sua deformazione tragica. La figura prevalente è la morbida figura ellittica-piriforme, come la mandorla di luce in cui è inscritto il Cristo. Il tema si presta bene alla tormentata religiosità di quegli anni, caratterizzati da contrasti, sia teologici che armati, e l'autore, il quale non nasconde il senso di una profonda angoscia nei confronti dell’ultima sentenza, con la sua soluzione si pone in modo personalissimo nei confronti del dibattito, sposando le teorie di un circolo ristretto di intellettuali che auspicava una riconciliazione...
1 commento:
Giudicami! Giudicami!
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